ART TALKS

Giovanni Balderi: un dialogo poetico con la materia

APRILE 2023

"Per me la scultura è un viaggio a senso unico nella materia. Ripercorro delegando all’intuizione una serie di stati d’animo che cercano nella forma l’armonia, il dialogo e l’impronta di un’anima che cammina sulla materia.
La tecnica è mezzo e non fine, le forme sono il pretesto per ripercorrere stati d’animo e visioni più sentite che immaginate.
La Venere come soggetto, per me rappresenta la ricerca di bellezza, di eleganza e di spiritualità che attraverso il marmo cerca un’ascesa, un’evocazione di qualcosa che vada oltre il visibile.

Mi sento più un paesaggista dell’anima che del mondo che mi circonda e diventa facile abbandonare ogni riferimento al corpo o a figure, per decifrare ed esprimere le forze che muovono e sostengono l’espressività della scultura.
L’opera diviene così protagonista assoluta di sé stessa senza riferimenti esterni; sono solamente i volumi, le geometrie e le armonie che creano un linguaggio tridimensionale che va oltre la forma, nel momento stesso in cui suscita un’emozione."

COME É ENTRATA L'ARTE NELLA TUA VITA?

“Direi per caso, avevo 14 anni, ero da mio nonno in vacanza in Alta Versilia e mi dilettavo in una scultura. Il caso volle che lì fosse presente Ledo Tartarelli, uno dei più eccellenti ornatisti di Pietrasanta. Ledo vide questa piccola scultura e chiese chi ci stesse lavorando, mio nonno gli disse sorridendo che era suo nipote e, sorpreso dalla mia giovane età e guidato dal desiderio di tramandare il suo mestiere, mi offrì l’opportunità di fare apprendistato nella sua bottega, proprio come si soleva fare un tempo. Nasce da qui il mio percorso, che definirei differente.

Iniziai per l’appunto dalla bottega e qui avvenne il mio primo incontro con la scultura. Un approccio fatto di passione, romanticismo e bellezza!
Ricordo ancora il profumo del laboratorio, l’orgoglio che aveva Ledo nel plasmare il marmo con una maestria dal sapore antico, come lo erano i sui aneddoti, sempre attenti e intelligenti, mai banali sulle forze che guidano la scultura.

C’era una mentalità aperta, ricca di artisti a confronto che arrivavano da tutto il mondo. Ognuno cercava di raccontare se stesso, il proprio sentire cercando di trasferire attraverso l’arte un proprio universo interiore.
Quello che mi colpiva ed appassionava maggiormente, era la poesia che Ledo riusciva a plasmare con un’intelligenza manuale capace di superare le sfide e i segreti del marmo."

QUANDO VIENE COMMISSIONATA UN'OPERA D'ARTE É IMPORTANTE CONOSCERE IL LUOGO DI CUI FARÀ PARTE?

“Senz’altro, credo sia importante per capire e visualizzare le forme più idonee a interagire con lo spazio e la luce in cui sarà inserita in quanto elementi fondamentali per il risultato finale e la creazione dell’opera stessa.
Di norma scolpisco un‘opera in totale libertà seguendo un’ispirazione intima e vitale, che si nutre di indagine e di ricerca, di ascolto e di intuizione.
Scopro e creo così opere nuove che anche a me si manifestano come qualcosa che nasce dal fondo di un lago, nel quale devo immergermi ogni volta con la sfida di avvicinarmi il più possibile a un qualcosa che nemmeno io conosco. Ogni scultura è uno stato d’animo che mi attraversa, mi muove e si manifesta sempre con il sapore di una sfida.
Una delle commissioni più recenti e importanti è stata la sirena per la Reserve Roastery di Starbucks a Palazzo Broggi a Milano.

In una commissione di solito ci sono punti chiave da tener conto; il soggetto, ipotetici simboli o significati e non per ultimo il luogo in cui verrà collocata l’opera.
Spesso una commissione diviene un’occasione di crescita perché devi trovare nuove soluzioni e hai modo di indagare in maniera nuova te stesso e le tue capacità, trasformando le sfide in opportunità.”

CI SONO SATI ALTRI ARTISTI CHE HANNO INFLUENZATO IL TUO LAVORO?

"Oltre alla bottega ho frequentato l’istituto d’arte Stagio Stagi di Pietrasanta dove mi sono diplomato ottenendo due borse di studio, per poi proseguire nello studio d’arte di Enzo Pasquini, maestro del neoclassico.
Dopo queste due Botteghe d’arte, ho collaborato in diversi studi Artigianali lavorando accanto a molti artisti. Alcuni incontri sono stati preziosi, specialmente quando ho incontrato artisti con una stella in tasca fatta di creatività e magia, sempre pieni di vita.
Non sono mai stato un manierista, ma ho sempre cercato di trovare dentro di me una mia strada espressiva.
Posso dire che artisti come Knut Steen, Ralph Braun, Ugo Riva, Novello Finotti, Giuliano Vangi …Mi hanno affascinato, ma sono sempre stato ispirato dalla scultura classica Greca e Romana e da quella Rinascimentale. Tra gli scultori più conosciuti ho amato Henry Moore, Alberto Viani e Giò Pomodoro…ma quello che cerco e che mi muove non lo trovo fuori, ma dentro di me.

Amo l’arte, soprattutto quando indaga la dimensione umana e si fa portavoce di un’espressione intima e sincera."

PARLIAMO DI UN PROTAGONISTA, IL MARMO, COME TI APPROCCI ALLA MATERIA PRIMA?

“Il Marmo per me è la materia nobile per eccellenza in cui scolpire opere d’arte.
Non è un materiale qualunque perché porta con sé delle sfide da superare attraverso la padronanza tecnica.
Ogni piccolo o grande blocco di marmo è una parte viva della montagna con caratteristiche nobili.
Mentre scolpisci comprendi la vitalità e l’energia di questa materia che si concede con bellezza a chi la sa ascoltare. Puoi così scrivere sopra sogni, emozioni e idee e indagare la tua anima. Nel marmo puoi spostare la lancetta del tempo in avanti e indietro, perché oscilli tra passato e futuro in un tempo sospeso, dove l’aspetto creativo, espressivo e intuitivo si nutre di pensieri e visioni che si trasmetteranno a occhi nuovi e lontani nel tempo.

Io non realizzo bozzetti preparatori, ma ho scelto di creare le opere direttamente nel marmo. Non voglio tradurre nel blocco quello che già conosco imponendo una forma prestabilita, ma preferisco renderlo partecipe al processo creativo dell’opera, facendo in modo che il caso ne faccia parte, affinché l’imprevedibile rotta intuitiva ne disegni i profili e ne riveli i volumi.
Sì, è più faticoso, ma anche molto più emozionante e vero lasciarsi guidare da questo dialogo.
Ci sono molti modi di trovare la propria forma, io preferisco il qui ed ora del marmo e il non poter tornare indietro come nella vita, in un senso unico che porta a un continuo reinventarsi sempre alla ricerca di nuovi orizzonti.”

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